Montmartre & Montparnasse: La favolosa Parigi di inizio secolo by Dan Franck

Montmartre & Montparnasse: La favolosa Parigi di inizio secolo by Dan Franck

autore:Dan Franck
La lingua: ita
Format: azw3, mobi, epub
editore: Garzanti
pubblicato: 2014-12-17T23:00:00+00:00


Il principe frivolo

...Prima di lui, nei caffè di boulevard Montparnasse si sentivano soltanto grandi discussioni letterarie su autori o su scuole; dopo di lui, divagazioni, battute raffinate, giochi di parole. Come se lui, per scherzo e senza dirlo, avesse comunicato a tutti quella sua arte del tutto particolare di cambiar le carte in tavola.

André Salmon

Parigi sconcerta chi ci ritorna dal fronte. Dopo quindici giorni di licenza passati tra le braccia della fidanzata in carica, Apollinaire si ferma a Parigi solo per qualche ora. La città è in guerra, ma è tutto diverso dal fronte. Certo, la notte ci sono le incursioni degli Zeppelin. Preceduti dal suono delle sirene, grigi, oblunghi, passano volando a centocinquanta metri di altezza. Li prendono a cannonate. I parigini più curiosi riescono a vedere, sotto la luce dei riflettori, l’aviere tedesco nella navicella, il braccio alzato, la bomba in mano. Ma sono pochi, quei curiosi. Gli altri aspettano la fine dell’allarme in cantina.

Certo, sono in molti a soffrire la fame. E quell’inverno fa un freddo terribile. Ma quanti imboscati! Jean Hugo racconta che Léon-Paul Fargue si serve della complicità di un sottufficiale del Val-de-Grâce per fare riformare i suoi amici. Apollinaire lancia qualche frecciata all’indirizzo dei suoi camerati sistemati nelle fabbriche. Cendrars non è certo più tenero con tutti quelli che se la sono battuta in Spagna o negli Stati Uniti. Nel 1915, Derain ha finito quasi per litigare con Vlaminck – al quale rimprovera in termini appena velati di essersi messo al riparo nelle retrovie.

Che cosa fanno gli altri, quelli che la guerra ha rifiutato, quelli che ha rimandato a casa dopo averli mezzi massacrati nelle trincee?

Bevono café-crème alla Rotonde. Aspettano che tutto finisca. Oppure, che tutto incominci. I rivoluzionari russi, specialmente.

A Parigi sono in qualche migliaio a sperare nell’arrivo del gran giorno. Rifugiati, lontani dal loro paese, spiano le mosse di una possibile rivoluzione. Come rifugio, hanno scelto Montparnasse.

Lenin abita in rue Marie-Rose, dalle parti di Alésia. Ci sono anche Martov, Ilia Erenburg (che si guadagna la vita facendo traduzioni e portando in giro i turisti russi) e Trockij, che ha accettato il posto di corrispondente in Francia offertogli da un giornale di Kiev, la «Kievskaya Mysl».

Trockij è arrivato a Montparnasse alla fine del mese di novembre del 1914. Prima ha abitato in una camera d’albergo di rue d’Odessa; poi, quando l’hanno raggiunto la moglie e i bambini ha traslocato in rue de l’Amiral-Mouchez, ai confini di Montsouris. Oltre al suo lavoro alla «Kievskaya Mysl», ha ristrutturato un giornale appena fondato da un gruppo di immigrati russi. Resta due anni in Francia, prima di essere espulso.

Trockij va spesso alla Rotonde, e anche da Baty, all’angolo tra Raspail e Montparnasse (si dice anche che abbia lasciato un conto da pagare in questo ristorante, vantato da Apollinaire per la qualità dei vini, dove si dà appuntamento la gente elegante con il portafogli pieno).

Qualche anno dopo, la presenza dei due rivoluzionari russi verrà messa in dubbio. Ma i testimoni dell’epoca sono categorici.1 Anche se tendono un po’



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